Gender school

CONTRASTO ALLA VIOLENZA DI GENERE
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Rubrica di letture e altre narrazioni ai tempi dell’emergenza

Contro-narrazioni alla violenza di genere

di Fausto Benedetti e Patrizia Garista

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L’emergenza sanitaria in corso ha indotto e costretto molte persone all’interno della propria abitazione e del proprio contesto familiare, creando non poche difficoltà nella frequenza alle normali attività scolastiche o altri tipi di complicazioni nella conciliazione dei tempi di cura tra casa-lavoro. In questa emergenza molti temi affrontati all’interno del progetto Gender school, che riguardano il contrasto alla violenza di genere e ad altre discriminazioni, riemergono come bisogni a cui dare urgentemente risposta da un punto di vista educativo.

A partire da questa prospettiva il progetto intende offrire, attraverso una rubrica bisettimanale di suggerimenti per la famiglia, per gli educatori e per gli insegnanti, degli spunti per continuare ad accompagnare la costruzione di fattori protettivi nella relazione e nel lavoro educativo, resistenti alla violenza di genere.

La Rubrica offrirà: suggerimenti di lettura, recensioni di libri o film, articoli, interviste a esperti e idee per attività didattiche a partire da narrazioni significative su vari argomenti che sono stati trattati nel progetto, in grado di supportare le competenze emotive, relazionali, resilienti, di autoefficacia di bambine e bambini, ragazze e ragazzi, genitori, tutor, educatrici/educatori, insegnanti.

Nella Rubrica si intende sottolineare come l’esperienza della lettura fin da piccoli rappresenti uno dei fattori in grado di contribuire a creare benessere e resilienza, sostenendo lo sviluppo di molte competenze chiave nel processo di sviluppo di sé. La letteratura, infatti, può insegnare le verità etiche essenziali sulle relazioni, sul rapporto con la natura, sulla qualità di vita, la malattia, la disabilità, il modo giusto o sbagliato nell’affrontare la violenza, il dolore e la morte (Wooden, 2013). Bruner spiega che ovunque si guardi si possono riconoscere problemi che affliggono le persone in cui riconoscersi (Garista, 2017). Tutti noi connettiamo esperienze di malattia, benessere, disabilità, violenza e normalità cercando di capirli, unendoci alle vite degli altri. Così succede quando come lettori ci accostiamo alla letteratura (Wooden, 2013).

Come spiega Federico Batini (2016) la lettura può essere utile alla promozione del benessere per i suoi numerosi benefici in quanto è un “antidoto alla manipolazione narrativa altrui (della pubblicità, della politica); è una difesa dal pensiero unico (che costituisce il seme del pregiudizio), è uno strumento di costruzione e ricostruzione del Sé, e della propria vita, incrementa le competenze utili alla gestione del proprio futuro, potenzia le capacità di comprensione di se stessi e degli altri, rinforza la capacità di immaginazione. […] molte sono le prove che testimoniano miglioramenti cognitivi correlati alla pratica della lettura e che evidenziano effetti di potenziamento di diversi ambiti della persona tra cui quello socio-relazionale, miglioramenti sulla capacità di gestione del proprio futuro, sul potenziamento delle capacità empatiche e di immaginazione” (p. 123). 

La lettura dunque gioca un ruolo fondamentale nel fornire nuovi schemi d’azione per la quotidianità, per creare situazioni di piacevole attività, di costruzione di relazioni positive, di gratificazione dei propri bisogni emotivi.

Letture e altre narrazioni

Alcune letture contengono parole di speranza e resilienza. Tra quelle dedicate ai più piccoli, “La locomotiva che se ne infischiava” o meglio “La locomotiva che pensava di potercela fare”, ne è un esempio. Froma Walsh (2008) psicoterapeuta familiare, racconta dal suo punto di vista, come la grande letteratura possa schiudere orizzonti, far intravedere possibilità che vanno oltre le immediate contingenze in cui ci muoviamo. Non a caso dal classico degli anni ‘30 sono stati elaborati libricini di guida alla lettura per educatori, con la finalità di spiegare lo stretto legame da lei colto tra la lettura e la possibilità di generare speranza e resilienza. Cresciuta in un quartiere povero, i confini del suo mondo si sono schiusi grazie alla lettura, leggendo storie alternative allo stereotipo della principessa delle favole, come la biografia di Marie Curie, ha potuto immaginare altre possibilità di realizzazione e crescita, altri scenari per il suo futuro al femminile. “La piccola locomotiva che pensava di potercela fare”, uno dei libri che la madre le leggeva, era una storia di resilienza, ovvero del processo necessario ad attraversare crisi, traumi e stress per uscirne fuori imparando qualcosa di nuovo, pensando sempre di potercela fare. Le storie e le letture sono una risorsa enorme per lo sviluppo di resilienza (Garista, 2017). 

Come sottolinea Batini (2011) i libri e le storie offrono altri scenari e quindi sviluppano quelle competenze che ci permettono di capire meglio le situazioni in cui ci troviamo, prendere decisioni, orientare le azioni, risolvere i problemi, o prendere tempo per decidere, come accade nella negative capability di Keats, ovvero nella capacità di fermarsi senza agire, ad esempio sospesi nella lettura per piacere o nella visione di un film. Il lavoro sulle narrazioni può portare i temi del contrasto alla violenza dentro il curricolo, nelle discipline per riorientarle, recuperando l’intenzionalità educativa di tali azioni e riorientandola in una visione positiva, di costruzione di relazioni di fiducia e di competenze emotive, supportando i ruoli dell’immaginazione, della vicinanza, del desiderio e dell’amore. Anche in questo caso la lettura o le storie ci donano repertori per interpretare in modo critico le grandi narrazioni sul genere, sugli stereotipi, sul buono/cattivo e sulla vita, e spunti per riflettere sul proprio rapporto con gli altri. Le conoscenze che alimentano la resilienza e la resistenza all’influenza negativa di una possibile violenza infatti non derivano solo da un’esperienza diretta ma anche dalle storie di cui siamo lettori/spettatori o spett-attori se vogliamo, quali ad esempio quelle lette nei libri o viste nei film.  

Riferimenti bibliografici

Batini F. (2011). Storie che crescono. Le storie al nido e alla scuola dell’infanzia, Edizioni Junior, Parma.

Batini F. (2016). Perché la lettura è utile a promuovere il benessere, in Alastra V., a cura di, Ambienti narrativi, territori di cura e formazione, Franco Angeli, Milano.

Garista P. (2017) Lettura e salutogenesi, LLL, n. 28.

Garista P. (2019). Lettura, salute e resilienza. Piccolo glossario pedagogico, nella rivista La Salute Umana, Cultura&Salute, Perugia.

Walsh F. (2008). La resilienza Familiare, Raffaello Cortina, Milano.

Wooden S. R. (2012). Narrative Medicine in Literature Classroom: Ethical Pedagogy and Mark Haddon’s The Courious Incident of the Dog in the Night-time, Literature and Medicine, Vol 29 (2) 274-296 

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